Busa dei Briganti - Nina
“Birra di frumento con scorze d’agrumi e spezie. Dal colore giallo paglierino velato, è leggera, fresca e dissetante. Prodotta con aggiunta di coriandolo, scorza d’arancia dolce, bergamotto e pepe di Timut, nasconde dietro l’iniziale dolcezza una personalità da tigre! Note floreali, agrumate e di lievito fresco restituiscono una bevuta stratificata e appagante.”
- STILE – 24A – Witbier
- FERMENTAZIONE – Alta
- PROVENIENZA – Italia
- GENERE – Artigianale
- SITO DEL PRODUTTORE – https://busadeibriganti.com/
- LOTTO – L24017
- DATA IMBOTTIGLIAMENTO – Non Dichiarata
- DATA SCADENZA – 04/2025
- DATA DEGUSTAZIONE – 04/09/2024
- TEMPERATURA LUOGO – 24°
- TEMPERATURA DI SERVIZIO – 10°
- CALICE UTILIZZATO – Teku
- ALCOOL – 4.5 %
- GRADI PLATO – Non Dichiarato
- IBU – 5
- EBC – Non Dichiarato
- REPERIBILITA’ – Siti specializzati o shop del birrificio stesso
I padovani di Busa dei Briganti hanno fra le loro creazioni questa Blanche chiamata “Nina”, impreziosita da diverse aggiunte come la ricetta prevede, di cui alcune piuttosto esotiche. E’ di un giallo pieno con riflessi dorati; decisamente velata, palesa una schiuma molto scarsa, a grana media e di scarsa persistenza.
Esprime da subito una citricità elevata (arancia e bergamotto) e la parte del malto rimane in sordina, fornendo sentori di lievito, di granaglie e di frumento. Bassi esteri (pera) e fenolico medio (speziato intenso, che a tratti sconfina nel medicinale). Bassa presenza aromatica da luppolo (floreale e speziato). Evidente un sentore yeasty non propriamente gradevole assieme ad un solfuro non invadente che per fortuna si dissipa in fretta.
Il malto regala una dolcezza iniziale bassa, che viene spodestata immediatamente dalla intensa componente citrica da aggiunte. Mi giunge una sensazione quasi salmastra che mi ricorda una Gose tanta è la mineralità che questa Nina esprime. Esteri bassi (pera) e medi fenoli (vaniglia pepe bianco). Basso aroma di luppolo anche in bocca (floreale, gelsomino e speziato, pepe verde). Bassa amarezza, secchezza moderata e bilanciamento verso i luppoli, più che altro per la latitanza della parte di cereale.
Corpo esile e bassa cremosità, leggera astringenza e gasatura medio-bassa; bassa sensazione alcolica.
Non è una birra che mi è piaciuta molto: la trovo abbastanza poco equilibrata a favore di una presenza citrica davvero troppo intensa, a scapito della cremosità e dell’ atteso apporto del cereale, frumento in questo caso. Un paio di difetti importanti (presenza di lievito e soprattutto una schiuma non all’ altezza) ne pregiudicano, a mio giudizio, la godibilità generale.
Potrebbe trovare un buon riscontro con piatti leggeri con forti richiami citrici e speziati; nell’ altro verso sarebbe utile nel contrastare cibi moderatamente grassi ed untuosi.
Birra che potrebbe piacere a chi ama le Wit che si scostano leggermente dalla classicità dello stile e a chi apprezza l’ agrumato e lo speziato.