Shire Brewing - Der Baumelf

“Una delle più vecchie ricette homebrewing ai tempi di Castrum Porciani, prodotta più volte durante il lockdown come sfida personale nell’inverno 2020, riesumata e rielaborata per l’Oktoberfest 2024! BestPils, BestMunich, BestVienna, Caramunich 1, CarafaSpecial 3, acqua osmotizzata e luppolatura Magnum e Spalter Select. Fermentata con ceppo di lievito tedesco e lagerizzata per un lungo periodo. Le armoniose note di panificato, crosta di pane e miele di castagno che chiudono in grande pulizia una birra che promette tanto.”

  • STILE – 6A – Märzen
  • FERMENTAZIONE – Bassa
  • PROVENIENZA – Italia
  • GENERE – Artigianale
  • SITO DEL PRODUTTORE – https://www.shirebrewing.it/
  • LOTTO – L243
  • DATA IMBOTTIGLIAMENTO – Non Dichiarata
  • DATA SCADENZA – 09/2025
  • DATA DEGUSTAZIONE –  10/04/2025
  • TEMPERATURA LUOGO – 21°
  • TEMPERATURA DI SERVIZIO – 12°
  • CALICE UTILIZZATO – Teku
  • ALCOOL – 5.7 %
  • GRADI PLATO – Non Dichiarato
  • IBU – Non Dichiarato
  • EBC – Non Dichiarato
  • REPERIBILITA’ – Siti specializzati o shop del birrificio stesso

Questa “American Bianchina” si presenta con un mistero da risolvere: dallo stesso birrificio viene definita o White IPA o American Wheat, a seconda del lotto di produzione. Anche Untappd non è chiaro sullo stile di questa birra: il primo sorso però a me fuga ogni dubbio e la identifico come White IPA (nonostante gli stili menzionati non siano poi così distanti). Il colore è giallo paglierino ed è assai velata; schiuma bianca, poco persistente e di media abbondanza, a grana piuttosto grossolana.

Sono gli esteri i protagonisti di questa Americana Bianchina: decisamente importanti al naso (arancia, pesca, albicocca e un tropicale intenso, soprattutto ananas). Malto molto basso con un lieve accenno di granaglie. Onestamente, non avverto il frumento, sempre molto facile da scorgere. Bassi fenoli (pepe) e nessun accenno di coriandolo, che mi aspetterei di trovare. Una traccia di ossidazione è evidente.

Anche durante l’ assaggio gli esteri si confermano tanto, troppo intensi: l’ arancia e la zesta della stessa dominano in lungo e in largo, appena “tagliati” dal coriandolo che finalmente riesco a recepire, comunque in modo molto basso. Malto molto leggero, sotto forma di granaglie. L’ amarezza è medio-alta e non troppo elegante, è un po’ tagliente; finale secco e bilanciamento indubbiamente verso il luppolo, che garantisce aromaticamente un po’ di erbaceo. Retrolfattivamente, frutta tropicale ed erbaceo.

Corpo che trovo essere medio-basso; gasatura medio-alta e bassa astringenza, prevista dallo stile e non eccessiva. Nessuna sensazione alcolica, bassa cremosità, sapidità medio-bassa e bassa acidità.

E’ una birra che mi lascia perplesso innanzitutto per la non chiarezza dello stile, ma poco importa questo; purtroppo la trovo troppo sbilanciata sul fruttato e con un amaro un po’ aggressivo e poco integrato col resto della struttura. Pochissimo presente la parte maltata e addirittura si fa fatica a sentire il coriandolo, notoriamente molto caratterizzante. Tecnicamente non male (solo una traccia di ossidazione palese), la mia critica è puramente stilistica e sul bilanciamento. La bevuta è, tutto sommato, di piacere medio.

La abbinerei a pietanze che si esaltino con il potente fruttato che la birra scaturisce, magari anche dessert a base di frutta.

Consigliata a chi ama gli esteri intensi e a chi apprezza un amaro molto incisivo, poco aromatico e le birre con una gasatura importante.

VALUTAZIONE PIACEVOLEZZA

6.6/10

66/100

VALUTAZIONE METODO BJCP

2.7/5

27/50